Ho iniziato a leggere per la prima volta questo classico della letteratura inglese, un paio di settimane fa. Sin dai primi capitoli, sono rimasta completamente rapita dalle atmofere bucoliche che fanno da cornice alla storia, e che, a seconda delle stagioni, o delle diverse ore del giorno e della notte, variano e si trasformano, mostrando una gamma di dettagli infinitamente curata e vicina alla realtà, tanto da permettermi di vedere, quello che leggevo. Il fatto di vedere le cose lette, è sempre stato motivo di adorazione, per me, nei confronti di quegli autori dalla penna magica che sapevano dipingere con le parole, paesaggi e personaggi d’incanto. E. Bronte è una di questi, senza alcun dubbio a riguardo. Scriveva per immagini.
La grande cura nella scelta dei lemmi, altra mia passione, mi ha mandata avanti nella lettura quasi con foga; leggevo in tutti i momenti liberi della giornata e alla sera, anche se stanchissima, non potevo addormentarmi prima di aver dato una sbirciatina tra le pagine di ‘Cime Tempestose’. I personaggi si defilavano davanti ai miei occhi, rabbiosi e imbronciati, radiosi, scontenti, innamorati, languidi, perversi e malvagi, in una giostra senza riposo, in un turbine di personalità odiose e incantevoli che mi ha trascinata nella lettura tanto impetuosamente, da farmi sentire come una barchetta di carta gettata in un fiume in piena.
Solo circa a metà del romanzo ho cominciato a provare un senso di fastidio durante la lettura, dapprima leggero e incomprensibile, poi, via via sempre più intenso, che mi ha costretta a mollare il libro per qualche giorno, al fine di cercare di capire il motivo di tale bizzarro malessere. E la verità è balzata ai miei occhi soltanto quando, a distanza di due giorni, mi sono riavvicinata a ‘Cime Tempestose’ riaprendone le terribili pagine; la strana sensazione che mi aveva colpita era data dal troppo. Da quel troppo descrivere e troppo tratteggiare i caratteri così esageratamente capricciosi dei personaggi, di tutti i personaggi, senza esclusione di nessuno in particolare, a parte forse Ellen, la dama di compagnia di Catherine madre e successivamente di Catherine figlia. Lei risulta essere il personaggio più assennato dell’intero romanzo, il più equilibrato, sebbene qualche volta, anche lei si sia lasciata trascinare dalla follia che doveva regnare in quell’angolo di Inghilterra, tanto incantevole quanto brutale e privo di mezze misure.
Ecco cos’era quel disgusto. Questi personaggi viziati, mostruosi, incontrollabili, coi loro continui sbalzi d’umore e le loro scenate pietose, o rabbiose, mi stavano davvero esasperando, in un crescendo di situazioni tragiche irrisolvibili, ingestibili e ripetitive. E’ come se in ‘Cime tempestose’ vi fosse un saggio di tutti i peggiori sentimenti umani, di tutte le peggiori azioni possibili; con questo intendo le sfumature più morbose e viscide esistenti nella elaborata psiche umana, ecco, è come se E. Bronte fosse riuscita a comprendere e sviscerare i i risvolti più perversi celati dentro l’animo umano, e sia stata capace di catterizzare i suoi personaggi sulla base di tali aberranti atteggiamenti mentali, alla perfezione. Fino alla nausea. Anche il personaggio all’apparenza più virtuoso e sano, all’interno della storia, scade prima o poi, scivolando in caverne comportamentali di ambigua natura, come se l’autrice nutrisse in segreto una profonda sfiducia nel genere umano, un odio mal celato, un disprezzo così sottile da volerne evidenziare i difetti peggiori, tutti in una volta.
‘Cime Tempestose’, accidenti. Non vi racconterò la storia, che seguendo i vezzi dei suoi personaggi, sale e scende, inerpicandosi in un continuo altalenare, dapprima rapendovi e poi, trascurando completamente la vostra attenzione, e andando avanti, senza curarsi di voi, in totale indipendenza e indifferenza di quelli che sono i vostri sentimenti durante la lettura.
Lo amerete e lo odierete. Leggendolo vi sentirete al settimo cielo, e poi traditi e dimenticati, e poi delusi, e poi ancora vorreste non averlo mai cominciato, perchè tutto il male in esso narrato, dal momento in cui ne leggerete, sarà evocato, e strisciando si insinuerà nella vostra esistenza, nascondendosi dietro ai vostri occhi e mostrandovi il mondo dipinto a tinte fosche, oscure, intricate e maligne. Le stesse, avvelenate suggestioni, di ‘Cime Tempestose’.
ev